Diversi Linguaggi

Tedeschi, veneziani, ebrei, mori, stradioti, bergamaschi, indiani, bolognesi, francesi, napoletani, spagnoli… il mondo musicale e teatrale del Cinquecento è popolato di persone e personaggi di diverse origini che si avvicinano e convivono in un articolato e ricco caleidoscopio etnico, dal quale si evince che l’immigrazione e l’emigrazione nella storia dell’uomo europeo sono state realtà presenti e sempre attuali. L’Italia sia per motivi commerciali, politici, militari o artistici, è stata sempre un punto d’incontro fra etnie e popoli lontani, le cui culture, tradizioni e lingue, benchè mai integrate nel tessuto culturale della penisola, hanno però rappresentato una ricchezza commerciale e a volte una ricchezza artistica: in musica ad esempio le locuzioni moresca, passacaglia, allemanda, tedesca, aria di Firenze, tenore di Napoli, bergamasca, ciaccona e così via, rappresentano proprio questo passaggio e successiva appropriazione di piccoli elementi di culture diverse.

Se tutto ciò è vero per la cultura musicale, la ricchezza che proveniva dall’“esotico” e dallo “straniero”, fu sfruttata mirabilmente da tutti quegli attori professionisti che operavano all’interno delle strutture drammaturgiche e organizzative di quella che verrà definita più tardi “commedia dell’arte”.

Non solo fra i “tipi” comici venivano rappresentati uomini e donne di diversa estrazione sociale e di diverse nazionalità per sfruttare al massimo l’effetto comico dei diversi linguaggi, di alcuni elementi pittoreschi di una certa cultura o di certi vizzi o debolezze associate ad un popolo (Pantalone era veneziano, il Dottor Graziano bolognese, il Capitano poteva essere spagnolo, napoletano o tedesco, i servi bergamaschi, etc…), ma spesso, per vivacizzare ulteriormente le trame e i “lazzi” comici, potevano entrare personaggi extraeuropei come ebrei, turchi, stratioti (istriani, dalmati, greci o albanesi), indiani oppure le commedie potevano essere ambientate in luoghi remoti ed esotici.

In musica questa babele di etnie è stata alla base di alcuni esperimenti polifonici plurilinguistici: celeberrimo il madrigale Diversi linguaggi, che dà il titolo al nostro programma, nel quale Orazio Vecchi, su un preesistente madrigale a cinque voci di Marenzio (un Tedesco, uno Zanni bergamasco, il Magnifico veneziano, più due canzoni popolari la Franceschina e la Girometta), aggiunge altre quattro voci (uno Scolare, un Pedante che parla in latino, un Graziano bolognese e un altro ostinato intitolato Fate ben per voi) quasi a ricreare in una sola scena musicale tutto “El gran teatro del mundo”.