Selva de varia ricreazione

di Orazio Vecchi

Il titolo della raccolta di Orazio Vecchi, pubblicata per i tipi di Angelo Gardano a Venezia nel 1590, recita: Selva de varia ricreazione di Orazio Vecchi, nella quale si contengono varij soggetti à 3, à 4, à 5, à 6, à 7, à 8, à 9, à 10 voci, cioè Madrigali, Capricci, Balli, Arie, Iustiniane, Canzonette, Fantasie, Serenate, Dialoghi, un Lotto amoroso, con una Battaglia a Diece nel fine, & accomodatevi la intavolatura di Liuto alle Arie, ai Balli & alle Canzonette. Esso descrive in maniera articolata e puntuale l’intento programmatico della raccolta, nella quale Vecchi, seguendo la sua personale inclinazione al burlesco e al gioviale, propone ai suoi dedicatari, i baroni di Kirchberg e di Weissenhorn, una silloge di brani assai diversi tra loro per organico, argomento, forma, stile e lingua, come se fossero «gli arbori [di una selva] posti senza quell’ordine che ne gli artificiosi giardini veder si suole».

Questa caleidoscopica varietà restituisce in musica un universo al quale Vecchi è molto legato: la sua produzione, seppur innestata nella tradizione polifonica tardo rinascimentale, se ne discosta sostanzialmente per la scelta delle forme e dei modi espressivi più vicini al realismo immediato e popolaresco, alla parodia, alla caricatura, alla situazione comica, alla commistione dei generi anziché seguire le auliche regole di quel giardino raffinato, artificioso e ben regolato che è il madrigale coevo. L’indole bizzarra ed estrosa di Vecchi, il suo amore per il teatro delle maschere e, nel contempo, il totale disinteresse per il recitar cantando e per la nascente opera lirica, l’attaccamento a forme polifoniche antiche attraverso le quali sperimenta con inesauribile curiosità nuove soluzioni espressive, fanno del compositore modenese una figura unica.

Vecchi in vita fu sacerdote e tenne il magistero delle cappelle di Modena, Salò e Reggio Emilia; fu anche maestro di cappella alla corte ducale di Cesare d’Este, ma rimase lontano dalle corti e dai centri di potere politico e culturale: rifiutò la nomina a successore di Philippe de Monte alla corte dell’imperatore Rodolfo II a Vienna, preferendo ai fasti imperiali la più tranquilla vita della sua città natale.

Nella Selva de varia ricreazione, però, nulla sembra legato alla “tranquillità” della vita di provincia: situazioni di commedia dell’arte s’intrecciano con ambientazioni pastorali, temi amorosi si mescolano a scene erotiche, serenate a inni nuziali, danze e dialoghi a giochi di società, in una babele di lingue e linguaggi sfrenata, in cui Vecchi rivendica una libertà espressiva senza paragoni nella produzione polifonica coeva.